PREFAZIONE

A TE CHE SEI IL MIO FARO

“A te che sei il mio faro” di Mara Tritapepe è una raccolta di liriche che giungono al cuore di chi se ne accosta alla lettura.

Ancora una volta Mara, come nella sua precedente silloge poetica dal titolo “Momenti…Emozioni“, suddivide la sua opera in sezioni, tre per la precisione, una parte prima dedicata alla perdita, al dolore e alla rabbia, una parte seconda dedicata al rimpianto, ed una terza in cui è il ricordo il protagonista incontrastato.

Il dolore funge da filo conduttore tra le tre parti, il rumore di fondo che domina l’animo dell’autrice e che dona alla stessa la preziosa ispira- zione nello scrivere, come se Mara volesse liberarsi dal dolore, proprio attraverso la stesura dei suoi versi.

La poesia è, per la Tritapepe, una catarsi, un ritorno a quei sogni originari che ne hanno popolato l’esistenza sin dalla giovane età, pro- teggendola saldamente da una realtà che era costretta a vivere ma che non accettava.

E il titolo scelto per questa nuova raccolta di liriche non è affatto casuale: “A te che sei il mio faro “dove il faro, la luce che guida i passi dell’autrice, è la poesia, quella poesia che libera dal male oscuro della vita, è la poesia che guarisce la ferita dell’esistenza stessa, la poesia che dona ali per volare. E Mara, con queste sue liriche, ce la fa a spiccare il volo, un volo che la ricongiunge a quei sogni originari dai quali la vita l’ha divisa, ingiustamente separata.

E se “in un campo di ortiche può morire anche un uomo “la poesia rappresenta un modo per salvarsi, e le liriche di Mara sono fiori, fiori da cogliere nel campo di ortiche dove siamo costretti a condurre il nostro vivere, quotidianamente.

Dott. Ilaria Grasso

DEDICA

La vita è come un Ying e Yang dove si nasce e si muore, in una pa- rola- l’amore.

Io vivo a modo mio, secondo le mie regole in un angolo dove il mio infinito è dipinto di azzurro e verde. Amo le persone che somigliano al mio destino e ho sorriso e lacrime per ognuno di loro.

Amo! sì, amo la forma ideale dell’amore...il suo profumo senza del quale la vita sarebbe un inferno.

Apro il cielo dell’anima per piovere con petali di parole e abbracci, che restano stampati per sempre nei cuori di tutti. Ho ricordi, urli, sorrisi e canti, ombre e luci e tante speranze nella tasca del mio cuore.

Tante nostalgie...ferite, sguardi, silenzi e tantissime emozioni.

Tante quante stelle sono nel cielo e quante foglie cadono per baciare la terra nel mio autunno. Ho te, che mi guardi dall’altro parte del tem- po, il tuo profumo di fiori e poesia. Dedico questo libro ai miei figli, che mi hanno sempre spronato a continuare a scrivere. Loro i primi a darmi la forza e il coraggio di esprimere i miei sentimenti su carta.

Con amore a Bogdan e Adelina, con il cuore di mamma.

Il dipinto in copertina

Rosso Autunno

Tecnica mista: China – matita di Stefania Melani.

Nel silenzio del bosco l’anima si allarga ad un ampio respiro di comunione universale. Così mi ritrovo a dipingere ciò che più amo       E nascono i miei “Paesaggi dell’anima” Adoro gli

autunni con i loro colori vermigli, vitali, un sussulto di bellezza prima che tutto si addormenti nell’inverno. In ROSSO AUTUNNO c’è l’emozione viva che provo a contatto con la natura...e che dipingo e dilato nei sentieri, nelle rosse betulle, nei cespugli, nei rami. ed è una

cosa infinita!

Stefania Melani

Autori Vari

Proprietà Artistica e Letteraria @2018 Inchiostro e Passione

https://www.facebook.com/groups/inchiostro e passione

Il dipinto in copertina

Emozioni sommerse

Di Anna Kappler

Prefazione

Patrizia, moglie madre, nonna, ma fondamentalmente un mondo a confronto, nella molteplicità dei ruoli che assume e ancor di più sentimenti che ruggiscono come il suo carattere fermo e gentile.

Esigente prima verso se stessa e poi verso gli altri, un carattere che si evince nelle sue poetiche, ora passionali ora piene di dolore.

Patrizia Calzetta poliedrica e nello stesso tempo una persona semplice, si cimenta nelle forme più diverse dell’espressione poetica, maturata già verso l’arte grazie al suo trascorso di musicista, ha appreso dal pianoforte la dolcezza che infondono le note e che tutti i cuori unisce.

Consiglio di entrare in punta di piedi negli scritti di Patrizia, così come ho fatto io, ho potuto così godere della sua arte e di questo meraviglioso mondo che ha dentro..

Pian piano leggendo i suoi versi ci si addentra nella sua sensibilità, ogni poetica profuma di quell’amore di donna sempre in fermento e determinata.

Il lettore si trova a riflettere e confrontarsi con il proprio stato d’animo associandosi nel mare in movimento della scrittrice.

Patrizia è riuscita a travasare su carta anonima emozioni di un’anima sensibile con una maestria unica dando vita a rime affascinanti.

Persona eclettica Patrizia dosa con la giusta salinità ogni frangente di questo o quel sentimento, ora amore sconfinato, ora sofferenza ora distacco, in una parola la vita e il suo andare.

Lo confesso mi sono sentito preso in un vortice di passione vivendo in prima persona quello che stavo leggendo coinvolgendomi fino alle lacrime in alcune poesie…

Come per esempio “E verrà il tempo dei rimpianti, aprirai gli occhi, ti sveglierai dal torpore che ami...” tratto dalla poetica LA REALTA’ un incipit che stimola golosamente la voglia di lasciarti trasportare fino in fondo.

Sentimenti espressi con la morbidezza di una donna, consapevole di essere donna “ci vuole molto poco per ferire una donna innamorata...” lei scrive nella poetica LA SCELTA, come non confrontarsi con queste meravigliose parole e riflettere su una consapevolezza molto spesso dimenticata.

La maturazione che ha percorso nei suoi scritti è stata esponenziale, non va dimenticato il dono della sua semplicità espressiva, che associata alla sua conoscenza della nostra amata lingua italiana, riesce a rendere al presente ogni suo passaggio poetico.

Luciano Zampini

Il dipinto in copertina

“Noi due” 100x100 acrilico su tela

Autrice Simonetta Barini

QUESTO O UN ALTRO UNIVERSO

PREFAZIONE

Zampini propone al lettore un viaggio esperenziale conoscitivo fa- scinoso e profondo. Storie di incontri e addii, fotografie di vita e mo- menti declinati in una metamorfosi umana che trova respiro nel ruolo salvifico della poesia.Si coglie la forza originale della parola, il tempo dei sentimenti delle intuizioni, della memoria, il fluire tumultuoso e vibrante della vita nella musica chiara e colta del verso.Una poesia con- temporanea che ha chiari echi classici e che attraverso le frasi, i vocabo- li, il lessico, il ritmo usati con maestria portano in alto il valore dei com- ponimenti.Poesia matura che bilancia La felicità, la quiete all’interno di questo viaggio nella propria memoria, con la delusione, la inquietudine e la tristezza. Testi carichi di sentimento, d’amore cercato e donato, che lasciano cicatrici e speranze dove si scorge la vera essenza della vita e dell’essere.Zampini nelle sue poesie descrive l’importanza delle cose, la loro ombra e la loro luce, la loro vita e la loro morte unicum dell’esi- stenza. Quasi una riflessione filosofica in versi dove i messaggi partono in silenzio per arrivare ad una coscienza del mondo che spesso ci cela dietro paure e finzioni.Una poesia scritta per trascinare il lettore e coin- volgerlo in un ascolto e una riflessione dalla sfera dell’amore verso la famiglia al mondo reale, indagando nell’animo umano attraverso i lega- mi: con gli uomini, con Dio, con le cose.L’opera continua, indagando l’animo, ora nell’infinito, ora in luoghi familiari mai privi di pathos e sempre pieni dell’inarrestabile amore per la vita.la poesia diventa ponte tra l’amore fra due persone e l’amore universale.Consiglio di leggere il libro con calma, facendo delle pause tra un testo e l’altro trattenendo i versi nella mente come si gusta un buon vino per avere il tempo di far sedimentare tutta l’essenza di una poesia che parla alla vita.

Jacopo Lupi

DEDICA

Questo volume è il secondo dei tre programmati dove metto a nudo l’anima raccontando l’emozione del mio trascorrere accanto alla persona che amo più di ogni cosa.

Scrivere a volte è liberarsi, io penso che è solo frantumarsi ancora di più in quel bisogno di liberarsi delle catene che ci inchiodano dentro.

Un pensiero va anche a mia figlia Azzurra e alle due meravigliose crea- ture che mi ha donato, rendendomi felicemente nonno, ciao Stefano ciao Martina.

A mia moglie va la mia dedizione per il suo vivere accanto a un sognatore sempre perso tra le stelle e le rime.

Le relazioni le passioni, le ide, l’amore, in una parola la vita che ci scorre dentro come linfa per gli alberi, il sole per i girasoli.

Infine lo dedico a te che mi stai leggendo augurandoti di trascorrere piace- volmente il tempo che mi stai dedicando.

Il dipinto in copertina

barby-vento di novità.

di Barbara Murgia

Prefazione

Quando si scrive una prefazione si pone l'accento sullo stile poetico e sulla bellezza delle poesie, sono certa che leggendo questo libro molti apprezzeranno le doti letterarie dell'autrice Carmen De Matteis, purtroppo o per fortuna, non ho intenzione di fermarmi agli scritti. Ho avuto l'immensa fortuna qualche anno fa di conoscere la de Matteis, una donna dolce e elegante, romantica e sognatrice, responsabile e attenta, un'anima sempre pronta ad aiutare il proprio prossimo. Scrive soprattutto per illuminare con una speranza concreta la vita di chi attraversa la sofferenza.

Autrice eclettica si è occupata di interiorità e corporalità. "solo quando si accetta la propria natura umana, le varie sofferenze a cui essa ci sottopone, solo quando si riconosce nella propria natura fallace, la v8a della conoscenza, solo allora possiamo vivere la nostra trascendenza"

La de Matteis restituisce in forma poetica la vitale energia della rinascita oltre il dolore. La scrittura è per lei una promessa, una terapia alla tristezza, alla difficoltà di vivere. Colpita dalla vita, ogni anima, può attraverso la lettura scoprire una nuova luce e una rinascita personale.

Carmen è un bellissimo fiore primaverile che attraverso il suo ingegno e i suoi nobili sentimenti, spande fragranza di speranza nei cuori di chi legge.

Dott.ssa Piera Pistilli

RIME SPARSE NELL’INFINITO

Prefazione

L’anima si inebria della vastità quando si concede di essere, di viversi.

Poesia è quel sospiro di vita che inonda ogni tuo senso, facendoti volare e vibrare tra sogni e realtà, tra gioia e malinconia, tra amore e sensualità, poesia è colei che ci rende realmente umani dove ogni emozione si sprigiona in noi. In questo modo Anna Nardelli esprime ogni sua emozione scrivendo il suo sentire, affascinata da sempre dalla poetica classica di spessore e, innamorata dei canti danteschi e dalle rime leopardiane.

Il suo stile è molto curato, sempre alla ricerca dell’eleganza e della perfezione dei grandi della poesia, nei suoi componimenti si apprezza questo tornare a un mondo ormai dimenticato.

La ricchezza espressiva delle sue rime sono pura forza emotiva mentre affronta tematiche delicate, che toccano le diverse sfaccettature dell’amore: donne violate, rapporto madre-figli, amore malato nella coppia. Pur essendo riservata e timida, riesce a trasferire al lettore il suo pathos che scaturisce dal dolore, a disegnare le trame delle catene a cui un male può legare il corpo ma non il cuore di chi è sofferente.

Ama spesso ripetere a se stessa “nessuno può definirsi poeta, ma se si scrive rispettando e seguendo semplici regole, si può scrivere in maniera elegante e concisa”.

Per questo il suo stile, ricercato e non comune, rende i suoi scritti facilmente a lei riconducibili, le sue poetiche trasmettono messaggi di difficile accesso mediatico, come la violenza psicologica o il vissuto di un animo depresso, ma anche grandi emozioni, come l’amore per una persona o la necessità di amare se stessi.

Rime sparse nell’universo per denunciare i soprusi e l’ipocrisia del tempo moderno in cui il sofferente è un peso senza utilità.

Rime sparse per cantare la bellezza di un mondo a colori. Rime sparse per diffondere l’arcobaleno.

Piera Pistilli

DEDICA

Dedico con tutto il mio cuore questo mio primo libro alle persone che tanto amo.

La dedico a Roberto che aleggia in tutte le mie poesie d’amore, ai miei genitori che mi hanno donato la vita e ciò che sono, alla mia sorellina che è arrivata per allietare i miei giorni, a tutti i miei carissimi parenti e a chi oggi non c’è più ma albergano nel mio cuore.

Per i miei cari professori che hanno attraversato la mia vita scolastica e che ricordo con tanta stima e amore.

La dedico a tutti i miei meravigliosi amici e al sognatore che è dentro ad ognuno di noi.

Grazie, grazie a chi ha creduto così in me da spingermi a non smettere di scrivere e mi ha tanto stimolata, perché senza di lei oggi non sarei qui a pubblicare il mio primo libro.

Voglio ringraziare la pittrice Alex che mi ha concesso l'utilizzo dei suoi meravigliosi dipinti.

Con amore Anna.

SOLITUDINI E AMORE

PREFAZIONE

Oggi la comunicazione è divenuta cosa seria da trattare. Tutti vogliono esprimere il proprio parere, tutti vogliono essere visibili, come canta Cremonini “nessuno vuole essere Robin”. Il verbo Attraversa il web alla velocità della luce e si apre ai nostri occhi, tutti scrivono, tutti sono amanti della poesia, della musica e dell’arte. La cultura globale conta- gia tutti e non appartiene a nessuno.

Maria Beatrice Motolese grazie alla vicinanza col web ha aperto la sua grande passione e sensibilità per l’arte e senza nessun tipo di vana gloria ha iniziato a scrivere i suoi pensieri in forma di poetica prosata.

Donna intelligente e istruita ha trovato nella composizione uno spazio altro per esprimere il suo sguardo sul mondo. Uno sguardo che ha attra- versato speranze, dolore, rabbia, delusione e illusione. In questo viaggio fatto di vita quotidiana ha ben colto il senso della solitudine, i sensi direi.

La solitudine è all’apparenza un concetto semplice: Solo è chi non co- nosce persone di riferimento, chi non ha amici e chi non saprebbe su chi contare in un momento di necessità. Quando si pensa alla solitu- dine ci si riferisce istintivamente alla sua dimensione oggettiva, ovvero alla reale assenza di legami significativi.

Attraverso i suoi scritti, tuttavia, l’autrice coglie sfumature diverse di questo sentimento solo all’apparenza semplice. Leggendo le sue parole si può cogliere i diversi aspetti di un sentire complicato: l’aspetto og- gettivo, solo è colui che non ha nessuno, per cui ci si investe ogni sforzo a creare rapporti che, solo all’apparenza, ci riempiamo e ci soddisfino, in questo modo nasce la solitudine soggettiva: l’essere si traveste di emozioni impersonali per riempire un assordante vuoto che sente non accettabile. Ci troviamo di fronte al fenomeno dell’emozione liquida che non ci soddisfa ma maschera il nostro sentire.

Leggendo le poetiche dell’autrice possiamo scoprire un nuovo aspetto della solitudine, l’aspetto più importante, quello della crescita perso- nale, di colui che accetta il proprio stato di essere solo e apre lo spazio alla propria trascendenza.

È notevole, come si possa passare, attraverso un percorso di conoscen- za personale, dalla solitudine oggettiva, per quella soggettiva, fino alla solitudine trascendentale. Il momento di solitudine è cercato per rica- ricare il proprio spirito, in unione alla natura o semplicemente seduti a guardare la pioggia scendere.

Allora si passa dalla paura di vivere soli al piacere intrinseco di passare del tempo con sé stessi.

Le brevi poetiche della Motolese sono un piccolo viaggio da un punto A in cui la solitudine ci spaventa ad un punto C ove essa assume il ca- rattere di ricchezza e crescita personale.

Cammino non privo di difficoltà e ricco di insidie di riempimento, spes- so attraversato dal sentimento di depressione, ma che nelle sue parole apre spazio al passaggio verso la conoscenza del Proprio sé nel silenzio del tran tran quotidiano, alla scoperta della propria ricchezza interiore.

La solitudine, allora, diviene incontro con il proprio mondo interiore, attimo di amore verso sé. Ed è in questa conoscenza che l’amore diven- ta Amore vero, reale, sognato, sentimento di gioia e di consacrazione all’altra persona, presenza reale e non più riempimento di un vuoto, ma vicinanza vera e profonda all’altro come persona con cui compiere un pezzo di strada insieme.

Piera Pistilli

Giorni nostri.

Di questi tempi dove il sociale è stato dimenticato nel suo vero senso letterario, il contatto umano è divenuto un freddo scambio di messaggi attraverso strumenti altresì anonimi.

Come bravi scolari ci apprestiamo a riempire freneticamente pagine di contesti virtuali per poter coesistere con il mondo che ha trovato una nuova veste di comunicazione.

È così che ho conosciuto Valeria, dove a una mia richiesta di amicizia mi ha detto no grazie, ne ho già troppe.

Donna decisa, con una mente matematica, rapporta sinteticamente il suo vivere agli impegni che può onorare.

Ho visto crescere il suo lato poetico, e la semplicità con cui Valeria esterna il sentire dentro.

Quando la penna si posa sul foglio anonimo, diventa altro e l’altro Noi, la parte che eternamente ci tiene in subbuglio, esce e scorre liberamen- te come un fiume.

Oggi ho il piacere e l’onore di scrivere sulla sua prima silloge “Solitu- dini e Amore”.

Luciano Zampini

Il dipinto in copertina:

Gestualità graffianti e incisive raccontano i sentimenti più profondi dell'essere donna

di

Maria Pia Ricciardi

Prefazione

Liviana Poletti e Stefano Kracovic, amici e membri del social Facebook, iniziano questa avventura quasi per gioco.

Stefano afferma “Questo libro è nato così, con un inizio buttato giù per caso, perché mi sembrava buono. E poi, come spesso accade, la storia, i personaggi, si sono presi il loro spazio... e a noi non resta che descriverli in fretta. “

Penne che si uniscono per comporre una sinfonia di musicale bellezza, ci portano alla lettura di un sofisticato intreccio psicologico, fatto di incontri nuovi e antichi, di abbracci, carezze, amori e sentimenti che prendono forma.

Lo stile appare semplice seppur ben costruito.

Liviana afferma “Questo per me è il secondo libro, mi considero una "Scribacchina". Il primo è un libro di poesie "una carrellata di versi in cui racconto di me, di chi amo e di cosa mi gira intorno" - Sono semplicemente un 'autodidatta, vissuta sempre con la penna e un foglietto in mano, senza scrivere non sarebbe vivere." Il mistero di Rebecca " nato per gioco insieme ad un amico virtuale "Ferrara e Trieste”. È passato quasi un anno, questo è il nostro tesoretto scritto a quattro mani...”

L’unione che questo scritto ha creato va ben oltre la stesura di un semplice testo, i due autori sono cresciuti insieme, supportandosi e tollerando le caratteristiche l’uno dell’altra.

Liviana è una donna forte nella sua fragilità. Sa sempre cosa vuole e non teme lo scontro pur di ottenerlo. Di contro Stefano è un giovane scrittore in erba, con la voglia di sperimentare e la curiosità di chi vuol sempre approfondire oltre, trascurando a volte l’attenzione per il qui e ora.

In un continuo confronto fra accoglienza e scontro, prendono vita i loro personaggi, che via via assumono le caratteristiche dell’un e dell’altro autore.

Liviana appare colei che conduce il gioco, più esperta, paziente eppur decisa a portare a termine la stesura, riesce a condurre il giovane Stefano a una partitura a quattro mani.

Un gioco fra penne che diviene un unico sentire emotivo, in cui il lettore si immerge e si chiede: ed ora cosa succederà?

Si tramuta in un racconto avvincente in cui ci si lascia condurre dal primo momento, fino a dipanare e spiegare, fra flash back e colpi di scena, il filo di una storia emozionante, in cui il destino di diverse vite si intreccia e si svela tutto seguendo una traccia rinchiusa nella memoria e nel destino di giovani vite che si intessono intorno ad un’unica lettera la lettera “R”.

Piera Pistilli

Prefazione

La fenomenologia di Sandra Ghedi è lo studio del processo in cui il suo essere e le sue opere di artista a tutto tondo si manifestano e si attuano concretamente, passando dalla sensazione alla grande esperienza conoscitiva.

Essere chiamati a tracciare note critiche su una silloge di lavori, caratterizzati da un mirabile contrappunto tra poesia e pittura, sarebbe già difficile se l’autore fosse un’unica persona.

In questo caso il minuetto ruota sul rapporto tra espressioni poetiche e poesia su tela; le une rappresentano un racconto random, espressione di stupori, riflessioni, ruvide introspezioni o esplosioni di gioia di diverse quotidianità e sono ricche di un capitale narrativo di ottima tempra, quantunque la randomizzazione, alla fine, lo trasforma in un patchwork non privo di fascino, ancorché avulso da un filo narrativo lineare.

L’altra, la pittura, rappresenta, consentitemi questa metafora, i segni di interpunzione emozionale, il pathos visivo che descrive lo stupore di Sandra e il suo intrudersi nell’animo dei poeti, cogliendone la freccia semantica del racconto e trasfigurandola con sapienza e partecipazione.

In questa operazione sembra emergere, a monte, una delle grandi attitudini dell’Artista a intessere rapporti umani sostenuti da capacità comunicative e di relazione veramente di spessore. Questo finisce per essere il brodo di coltura di significative amicizie e di consuetudini di interscambi sempre proficui.

Il percorso di vita come ispirazione può essere invocato a sostenere una sintonia tra il portato esistenziale di Sandra, il Way of life del suo essere artista, donna e intrisa di problematiche esistenziali e l’attitudine consolidata a ripiegare su sé stessa lavorando sulla sfera emozionale e spirituale e a trarre vigore che si trasforma in potenzialità espressiva.

I soggetti delle opere pittoriche, al di là della consonanza tematica con il brano poetico, finiscono per essere una proiezione trasognata di una emozione dell’artista di fronte a un testo, anche se qualche volta il sodalizio tra il poeta e la pittrice si estrinseca in una contemporaneità che emerge dentro una relazionalità consolidata.

Ma al di là di questo i soggetti si pongono a integrazione e sublimazione del dato poetico, che è di diverse tonalità, per andare a costruire una armonia in cui lo scritto viene, come detto, trasfigurato tanto da divenire la trasposizione metafisica del racconto, il paese delle meraviglie in cui è dolce passeggiare.

In una strofa di omaggio, il poeta Luciano Zampini, riassume mirabilmente le linee attraverso cui l’ispirazione pittorica fluisce per diventare l’arte di Sandra Ghedi

Dipingo il mio tormento la mia gioia,

dipingo l'urlo del silenzio

intingo lacrime dai mille perché

nei colori dell'amore!

Salvatore Pintus

PREFAZIONE

Lo studio Storico-Scientifico svolto dal Maestro Carlucci intorno alle Opere del sommo Leonardo da Vinci, e nello specifico nell’Opera: " Il Codice da Vinci, Leonardo l'invisibile", dopo le analisi effettuate costantemente e condotte già da diversi anni tramite un lavoro minuzioso e paziente, ha messo in luce ciò che è stato da sempre " invisibile”, sottovalutato e non preso in considerazione dagli innumerevoli scienziati e studiosi del Genio Toscano. Il Carlucci ha messo a nudo, attraverso lo " Specchio" veritiero della pittura leonardesca, i Sentimenti interiori, che una volta percepiti e compresi, sono stati esplicitati dal Maestro, quest'ultimi hanno fatto sì che molte delle sue Opere, tra cui: " La Gioconda", fossero rivisitate e da esse estrapolate forbite, preziose, mirabili intuizioni che suscitano oggigiorno una debita e consona attenzione. Il Carlucci, già noto Artista, ha fondato la Corrente del "Sensorialismo Materico ", alla cui base è fondamentale, nella stesura dei Dipinti, l’impiego di tutti i " Sensi" che l’Essere Umano possiede. Questi ultimi, adoperati dal Maestro nell'osservazione della Pittura del da Vinci, hanno fatto sì che il Carlucci percepisse una " Seconda Realtà", quella dell'andare oltre le apparenze, al fine di attingere e penetrare nella profondità dell’IO pensante e scoprirne i moti veritieri, intimi e istintivi che albergavano nell'Anima del sommo da Vinci. Il Maestro ha studiato quindi lo stato d' animo di Leonardo, le sue emozioni, la particolare soggettività del Sommo e altresì l'interpretazione del suo intimo " Sentire". Il Carlucci in quest' Opera, curata dalla valente scrittrice Piera Pistilli, offre al lettore una sorta di " Super- Realtà ", della quale vuole mettere a conoscenza i lettori che hanno il piacere di comprendere il lato nascosto dell'illustre da Vinci. Un "Vademecum", in questo sensazionale Libro in cui in primo piano sono i " Sentimenti", i " Sensi di colpa", la " Fragilità e Remore" del da Vinci, nell'epoca rinascimentale in cui visse, verso alcune Situazioni della sua Vita personale in alcun modo dette o interpretate da nessun Studioso. Il da Vinci, in tutte le sue Opere, e naturalmente altresì nella " Gioconda", ha volutamente celato " Icone " in miniatura, numerologie varie che danno Vita e formulazione al vero "Codice leonardesco". Detto Codice, scoperto dal Maestro, lo ha indirizzato, di poi, allo studio di altre Opere di Leonardo, in quanto in esse sempre rilevato e presente. Una volontà certa, quella del Sommo Genio, di celarsi, di camuffare, di illustrare Verità troppo evidenti che il Carlucci ha messo a nudo tramite l' intuizione avuta datagli dal " Disegno dell'Uomo Vitruviano " che inserito in un cerchio e nel di sopra a uno pseudo quadrato rappresentante la Tela, incitava di Ruotare le Opere al fine, che tutto ciò che aveva nascosto venisse alla luce in modo chiaro, medesimo Sprone , che dal Maestro è stato seguito nelle altre Opere del Sommo da Vinci. Il Carlucci, tramite quest' Opera scrittoria, la sua Sapienza visiva e intuitiva, corredata da prove scientifiche addotte, presenta al lettore un nuovo approccio e una nuova realtà fuori dall'ordinario già detto, di interpretare Leonardo, quello invisibile ai più, ma che il Libro nel suo dipanarsi rende chiaramente comprensibile e visibile. Il Maestro ha nelle sue analisi svolte, scrutato nel profondo e studiato a lungo i vari messaggi e icone miniaturizzate rinvenute nei loro dettagli più sofisticati. Nelle Opere analizzate dal Maestro e in special modo nella: " Gioconda", è uno scorrere chiaro di immagini, di indicazioni che il da Vinci scrive, visivamente ben intuibili, tutto ciò evinto tramite la " Rotazione" a 90 gradi a dx, a sx e a 180 gradi. Ciò detto è in sintonia massima con la Corrente del "Sensorialismo Materico ", dove perdura, in ogni sua sfaccettatura operativa, l’emozionalità e l’istintività, delle quali il da Vinci si può considerare precursore della Corrente Sensorialista su' citata. L' Opera, si sottolinea, esula da una Programmazione costituita da Norme già stabilite dagli Studi accademici, in quanto il Carlucci esce allo scoperto e rivela sensazionali Verità, come quella a dir poco rivoluzionaria intorno all'identità della " Gioconda ", che l’Opera scrittoria chiarisce nei minimi particolari, suffragata altresì da immagini, sagome, scritture, di cui non si può negare l'esistenza. È doveroso aggiungere, per avere una visione chiara del tutto detto, l'importanza che riveste il " Disegno 8p", studiato e analizzato a fondo dal Carlucci, su di esso il Libro si sofferma e da cui vengono estrapolate altre Verità indiscutibili che contrastano con ciò che molti Studiosi hanno affermato. Dal Disegno citato emergono delle considerazioni sorprendenti convalidate come veritiere da " Staff" scientifici. Concludendo, il Libro: " Il Codice da Vinci, l'invisibile", è un'opera oltre che scientifica, allineantesi alla Scienza della Psicologia, in quanto.

Il Carlucci ha elaborato un efficace scavo intimistico della Personalità del da Vinci, al fine di portarne alla luce le sue peculiari caratteristiche interiori, emozioni, sentimenti, inquietudini.

Prof Elena Fiore.

Prefazione

“Mi fermo, vado dove mi Indica il cuore

Viandante o zingaro

Non conta finché

Ho polvere d'amore

Sopra di me.”

Che cosa ci spinge a scrivere, poesia e/o prosa?

Piera Pistilli, dottoressa in psicologia, psicoterapeuta dell’età evolutiva, ci mostra, in poesia, in prosa (poetica) un potente affresco di sensibilità all’ascolto (quanto è importante saper ascoltare!) e di precisione di risposta ai bisogni degli esseri umani.

In tempi di sentimenti ed emozioni liquide, presto esternate e presto consumate (come se tutto si risolvesse nella visibilità) ci indica la sua semplice (e complessa insieme) visione della vita come dono d’amore, non solo quello fra un uomo e una donna, ma quello nel senso più universale, esente da pregiudizi, che va oltre i concetti e i preconcetti imposti, iscritti implicitamente come una grammatica di cui siamo forse parzialmente coscienti, tanto è profondo il loro legame con noi, quelli che vengono dai condizionamenti culturali e sociali.

 La scrittrice e poetessa ci indica, per farci riflettere, le nostre dipendenze, i sentimenti e i drammi più sommersi e nascosti, emozioni sottovuoto, sofferenze personali, modi di vedere legati ai concetti e alle sovrastrutture che vengono dalle convenzioni sociali, dalla necessità dell’approvazione, del sentirsi sostenuti, parte di una squadra, di una cordata,

 legittimo e naturale in un essere che si deve ancora formare come un bambino, ma che diventa vincolante e deleterio in un essere adulto.

Cresciamo e non riusciamo a liberarci di questa vera e propria dipendenza, la più subdola, forse, di tutte, quella che ci rende dipendenti dagli altri, sempre più in cerca di sostegno, quel sostegno che porta al successo sociale che un giorno c’è ed il giorno dopo può sparire

Il mito del successo e dell’approvazione, che probabilmente ben conosceva suo padre, anaffettivo forse, ma capito ed apprezzato poi, a cui Piera dedica liriche e lettere bellissime, piene di tenerezza:

“Mio padre mi faceva impazzire.

Piera ce la puoi fare! E poi quando felice andavo da lui a fare festa per un successo, alzava le spalle mi guardava negli occhi e mi chiedeva "ma tu sei felice?". Credevo non fosse mai soddisfatto, con quel suo sguardo sempre un po' imbronciato. Non mi ha mai chiesto se ero stata la migliore, no mi ha sempre chiesto "sei felice? Allora sono felice anch'io".

Quando si è giovani non si apprezza la felicità interna, vogliamo riconoscimenti, cosi pensavo di non essere mai abbastanza.

In questo periodo rifletto spesso: sei felice?

Se non lo sei va oltre, verso ciò che non conosci. Verso quello che ti fa paura, verso la tua felicità”.

La felicità è dentro di noi, non dipende da circostanze esterne, come l’amore alberga nel cuore.

 Può essere offuscata, a chi non succede di sentirsi giù, ma poi passa se si riesce ad attingere alla sorgente che è in noi

Bisogna amarsi per poter amare ed essere felici, bisogna andare oltre le apparenze, oltre i concetti che ci sono stati insegnati; i concetti sono utili, ci aiutano a crescere, ma poi vanno abbandonati, soprattutto se leggiamo la vita, le situazioni, gli altri da noi, secondo delle categorie, dei concetti, appunto; in un concetto, un’etichetta tutti sono uguali, noiosi, non sono più individui, ci lasciano indifferenti.

Bisogna ritornare bambini, ritornare a stupirsi, non essere annoiati ma rispondere con precisione (e amore) alle necessità che si incontrano, anche quando non abbiamo una risposta certa ma solo dubbi.

E’ un esercizio arduo arrivare alla felicità, all’amore, ma quante porte apre: svincolati dalla dipendenza dall’approvazione altrui si è liberi di agire secondo la propria coscienza, escludendo l’indifferenza perché tutti abbiamo la stessa possibilità e lo stesso diritto ad essere felici.

Io penso che la dottoressa Pistilli scriva per questo, per comunicare un messaggio, per far riflettere, per quanto è possibile, con la poesia, con i racconti brevi e godibili in un ritaglio di tempo, con i suoi aforismi.

Insieme ai sentimenti personali tenta di far riflettere con la sua visione di una umanità sofferente, molto spesso emarginata, esclusa, che, come tutti noi, ha il diritto a essere felice.

Scrive in modo semplice, perché quando si vuole trasmettere un messaggio deve essere comprensibile a tutti, con uno stile personale inconfondibile.

Piera, sei felice?

Qui mi soccorre Anthony De Mello:

“Nutritevi di cibo nutriente, cibo buono e nutriente.

Non sto parlando di cibo vero: sto parlando di tramonti, di natura, di un buon film, di un buon libro, di un lavoro piacevole, di buona compagnia, e forse riuscirete a spezzare le vostre assuefazioni, entrando in contatto con questi nuovi sentimenti.

Che tipo di sentimenti si provano quando si è in contatto con la realtà, o quando si è assorbiti da un lavoro che si ama? O quando si sta davvero conversando con qualcuno della cui compagnia si riesce a godere, sentendosi aperti e vicini, ma senza abbarbicarsi a lui? Che tipo di sentimenti provate? Paragonateli a quelli che provate quando avete la meglio in una discussione, o quando vincete una gara, o quando diventate popolari, o quando tutti vi applaudono. Questi ultimi li chiamo sentimenti mondani; i primi li chiamo sentimenti dell’anima. Moltissime persone si guadagnano il mondo ma perdono l’anima.

Sono felice d’aver avuto la possibilità di scrivere la prefazione di una così interessante raccolta a cui auguro un’ottima diffusione

Valeria Maria Beatrice Motolese

PREFAZIONE

Il dott. Pintus è una penna elegante, raffinata, in tinta dell'inchiostro della consapevolezza dell'essere.  Un essere che oscilla nelle sue poesie fra amarezza e sogno, un continuo rincorrersi fra speranza e bolle di sapone che si lasciano rompere dalla pressione del cielo. Un cielo atteso e ricercato fra peccato e redenzione.

Una vita immersa fra altre vite che ad esse offre la mano e attraverso di esse scopre ciò che egli stesso è. Un uomo felice nella semplicità dell'aiuto che non disdegna il sorriso quando glielo si offre.

Scrittore spesso forbito riesce a trasmettere la sensazione di chi nella consapevolezza che il sole sorgerà attraversa la notte. Una silloge che partendo da semplici osservazioni vuol portare il lettore ad assaporare il comune percorso dell'essere umano verso l'alba di un nuovo giorno. Un'alba radiosa e sognata ma ancora da aspettare, mentre possiamo aiutare chi cammina con noi. Si questo è il nostro Salvatore Pintus, un animo in cammino con gli occhi rivolti verso est ad attendere il sole sorgere, offrendo ove possibile la sua azione semplice e coerente. Un amico che vi invito a leggere immaginandone il sorriso dolce e gentile di chi sa e conosce la sofferenza che lo circonda eppure non si arrende indicando ad ognuno il verso dell'alba.  Quell'est meraviglioso che ci renderà liberi e felici.

Piera Pistilli

© 2020 Inchiostro e Passione Editore

Tutti i diritti riservati http://inchiostroepassione.com

ISBN  978-88-31401-04-3

Autori Vari

Proprietà Artistica e Letteraria

                di @2020 Inchiostro e Passione

https://www.facebook.com/groups/inchiostro e passione

http://inchiostroepassione.com

il dipinto in copertina e del maestro Guido Carlucci

arte sensoriale: Senso Donna

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il dipinto in copertina e del maestro Guido Carlucci

arte sensoriale: Senso Donna

Prefazione

Semplice e veloce, diretta e introspettiva, la poesia della Pistilli, riesce a penetrare il sentire intimo di chi la legge, spesso mi sono chiesta come faccia a spaziare fra i diversi Argomenti cari all'umano sentire, per poi capire che è nell'ascolto la fonte del suo inchiostro.

Piera sente ciò che la circonda e lo rende lettera, poiché, come spesso ripete "la parola crea, creiamo realtà nuove!"

Sandra Ghedi

Prefazione

Le stanze dell’anima

L’anima si inebria della vastità di se stessa quando si concede di essere, di viversi.

Poesia è quel sospiro di vita che inonda ogni tuo senso, facendoti volare e vibrare tra sogni e realtà, tra gioia e malinconia, tra amore e sensualità, poesia è colei che ci rende realmente umani dove ogni emozione si sprigiona in noi. In questo modo Anna Nardelli esprime ogni sua emozione scrivendo il suo sentire, affascinata da sempre dalla poetica classica di spessore e, innamorata dei canti danteschi e dalle rime leopardiane.

Il suo stile è molto curato, sempre alla ricerca dell’eleganza e della perfezione dei grandi della poesia, nei suoi componimenti si apprezza questo tornare a un mondo ormai dimenticato.

La ricchezza espressiva delle sue rime sono pura forza emotiva mentre affronta tematiche delicate, che toccano le diverse sfaccettature dell’amore: donne violate, rapporto madre-figli, amore malato nella coppia. Pur essendo riservata e timida, riesce a trasferire al lettore il suo pathos che scaturisce dal dolore, a disegnare le trame delle catene a cui un male può legare il corpo ma non il cuore di chi è sofferente.

Ama spesso ripetere a se stessa “nessuno può definirsi poeta, ma se si scrive rispettando e seguendo semplici regole, si può scrivere in maniera elegante e concisa”.

Per questo il suo stile, ricercato e non comune, rende i suoi scritti facilmente a lei riconducibili, le sue poetiche trasmettono messaggi di difficile accesso mediatico, come la violenza psicologica o il vissuto di un animo depresso, ma anche grandi emozioni, come l’amore per una persona o la necessità di amare se stessi.

Le stanze dell’anima per denunciare i soprusi e l’ipocrisia del tempo moderno in cui il sofferente è un peso senza utilità.

Le stanze dell’anima per cantare la bellezza di un mondo a colori.

Le stanze dell’anima per diffondere l’arcobaleno.

Piera Pistilli

PREFAZIONE

Le prefazioni "si scrivono dopo, si stampano prima e non si leggono né prima né dopo."(Prevert)

 E in molti casi deve essere vero.

Scrivere la prefazione di una silloge poetica oggi non è facile, data la molteplice presenza di penne che si dedicano alla poesia. Cosa dire della nostra autrice.

Oana Lupascu, inizia a scrivere in età adulta, dopo aver dedicato la sua vita all’insegnamento, un percorso durante il quale ha sempre cercato nuovi metodi per interessare i suoi studenti alla lettura e alla comunicazione verbale. Le lingue straniere in un paese, l’Italia, in cui la lingua nazionale è la quarta lingua parlata al mondo.

Oana è una donna forte e semplice, dallo stile elegante e leggero.

Cosa dire della sua poetica? 

Mai come me è un proclama, un urlo nella quotidianità, uno stile di affrontare la vita fra sorriso e risoluzione del dolore. La vita non è solo gioia, essa è una lunga digestione di fatti e antefatti che ci modellano fino a raggiungere la nostra forma più attuale.  Mai come me è un viaggio attraverso il desiderio del cuore di lasciarsi amare e di amare. Un viaggio vitale che si caratterizza per la cruenta situazione dell'animo che si piega e spesso cede il passo, si fa terra fertile o seme che la tocca.

Come terra che accoglie il seme, così le parole si poggiano nel solco del foglio di Oana Lupascu, che attraverso immagini e figure retoriche ci disegna la visione matura di un sentimento di cui il cuore non è mai opaco.

La lettura di questo testo è arricchente e letteralmente innovativo un connubio perfetto tra tradizione e pensiero fluente, un buon piatto della tradizione rivisitato dalla mano sapiente dell'esperienza.

Leggerlo significa immergersi in uno stile poetico ricercato e innovativo che richiama alla riflessione e al bello pur attraversando il dolore. Mai come me è un invito a cogliere sempre l'occasione di sentirsi vivi a tutte le età, un dono prezioso per qualsiasi lettore

Piera Pistilli

PREFAZIONE

Le stagioni di un uomo sono simili a quella della Terra; così è la sua vita ... temprata, nella sua primavera, dalla fioritura dei sensi, da quell’inebriante profumo che lo pervade quando la natura rinasce e porta in lui l’inesorabile bisogno di  sbocciare, di scoprire il mondo. 

Forte, audace osa sfidarlo e tra le batoste e le gioie ricevute  giunge alla sua Estate. Come il grano pronto alla raccolta, in lui  avverte  la  sicurezza di un anima rafforzata dalle esperienze;  ha  ben chiaro ora cosa desidera e come raggiungerlo. L’età matura  gli dona  vigore  e ritrovata bellezza.

Giunge così al suo  autunno, dove il suo animo muta e lo porta alla riflessione… è il tempo dei pensieri, di quel vago senso di malinconia che lo accarezza, lo  spinge a guardarsi  indietro, ma i colori innanzi a  lui  sanno ancora di magia, di vita che ritorna, di sogno… e tra alti e bassi  va avanti fino al suo inverno, stagione da lui temuta ma anche focolare di inizi, in cui l’amore per la famiglia, per i ricordi e per il tempo ancor donato emana  alte fiamme che ardono su ceppi accessi nelle fredde giornate invernali. Tra una lacrima per ciò che è finito ed un sorriso per ciò che rimane si va avanti … Ed è così che Guido si racconta.

Attraverseremo con lui le sue quattro stagioni  e pian piano vivremo la sua mutevolezza, le sue passioni, il suo canto alla vita, alla natura, il suo saper cogliere spensieratezza nei giorni difficili e  delle  sue  innumerevoli malinconie saperne carpire la dolcezza,  la speranza nel domani. 

Liriche che profumano di donna, protagonista indiscussa di queste poetiche che la raffigurano in  tutta la sua bellezza. Guido in questa sua nuova opera ci sorprende, ancora una volta, regalandoci versi in cui trapelano tutte le emozioni umane:  dall’ entusiasmo, alla goliardia per poi passare all’amore, al desiderio,  alla famiglia, all’amicizia, al  tempo dello sconforto, dei ricordi, a quello del ritrovato coraggio e non per ultimo  alla  passione per la vita, che non manca mai nelle sue poesie; e  seppur vero che le stagioni della vita  di un uomo  sono quattro,  mi piace pensare che quelle di un poeta  con i suoi versi  rinascano sempre, perché la vita in fondo è un continuo mutamento e dopo l’inverno arriverà sempre un’altra primavera.                                                                                                                                                                                    

Monica Pasero

PREFAZIONE

“A volte il silenzio dice quello che il tuo cuore non avrebbe mai il coraggio di dire”

Alda Merini

Nel presentarvi l’autrice di questa raccolta di poesie, Graziella De Chiara, mi par d’uopo aprire con i versi di una delle sue poetesse preferite, Alda Merini, amata non soltanto per lo stile semplice ed elegante ma soprattutto per l’intensità delle sue espressioni che riflettono un animo sensibile ed una ostinata forza nel superare difficoltà e disavventure.

La De Chiara, insegnante della scuola primaria, è da sempre vicina a chi ha bisogno di cure e di attenzioni e la sua professionalità diviene quanto mai attiva quando incontra bambini che presentano limiti e carenze.

Donna dall’animo mediterraneo dimostra un profondo rispetto e forte amore per la natura nelle sue più svariate manifestazioni. Osservatrice attenta e costante, ama soffermarsi su tutto ciò che è in movimento, in divenire: il dolce fluire delle stagioni, l’andare inesorabile del tempo, il tramonto che diviene buio, la notte che si inchina all’alba, il mare e le sue onde, il vento che accarezza o che travolge…

Graziella coglie “nel silenzio della sera” il momento migliore per vivere la propria intimità ed entrare in contatto con se stessa, elaborando riflessioni e pensieri profondi sul proprio e altrui vissuto.

Artista a tutto tondo: ama l’arte in ogni sua espressione, lascia parlare l’anima quando scrive versi ricchi di emozioni o dipinge colorando il suo sentire, lascia libero il corpo di esprimersi quando si abbandona al ballo e al canto.

La De Chiara possiede una spiccata capacità di analisi dei diversi momenti della vita di una donna, felici o dolorosi che siano ne coglie sempre l’aspetto positivo: rinascere. Del resto, non può arrestarsi davanti alle difficoltà della vita chi per natura è destinata a farsi grembo di nuova vita sia concepita dalla sua carne, sia affidatale dal destino (Poesia dedicata a Francesco).

Lo sguardo di Graziella è sempre rivolto al futuro, ma certo non nasconde la sofferenza per la perdita di coloro che ha amato. Di grande spessore emozionale e di infinita tenerezza la poesia dedicata al padre (Poesia per tuo padre), un vero inno doloroso di figlia a cui viene strappato quel legame di protezione, quell’intreccio di amore-passione-dedizione troppo presto spezzato.

Ringrazio questa penna nascente per la sua scrittura che suscita immediata empatia per i temi toccati con sensibilità, a volte velata di splendida ed elegante malinconia.

La lettura di questa silloge mi ha offerto l'opportunità di ritrovarmi nel vortice emotivo di una donna.

Piera Pistilli